BOCCIATO A SCUOLA, ACQUISTA LA CITTADINANZA
BOCCIATO A SCUOLA, ACQUISTA LA CITTADINANZA
Una provocazione? No.
E’ soltanto il titolo di un articolo di cronaca che presto leggeremo e sul quale i media e i social poi si divideranno nei commenti, ciò a seguito dell’eventuale approvazione della proposta di legge, C 105, presentata da Leu, prima firmataria Boldrini, il 23 marzo 2018 e in discussione dal 3 ottobre 2019 alla Camera dei Deputati, Commissione I Affari costituzionali.
“Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”, così titola la proposta Boldrini, che per essere compresa pretende un cenno alla disciplina vigente.
La cittadinanza è l’appartenenza di una persona fisica ad un determinato Stato e si acquista in Italia
- iure sanguinis per chi nasce o viene adottato da un italiano;
- iure soli per chi nasce in Italia o da genitori entrambi ignoti o apolidi o che non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato di questi o che comunque ne fa richiesta entro un anno dal conseguimento della maggiore età per avere dalla nascita sempre risieduto nel nostro Paese legalmente e ininterrottamente;
- iuris communicatio, a seguito di richiesta da parte di chi sposa o si unisce civilmente a un italiano e mantiene tale status per 2 anni se residente in Italia, 3 se all’estero;
- per naturalizzazione ossia su decreto del Presidente della Repubblica, come ad esempio nel caso di chi risiede legalmente in Italia da 10 anni se straniero, 4 anni se cittadino comunitario.
A margine è sempre bene ricordare che a prescindere dalla cittadinanza, chi regolarmente soggiorna in Italia gode degli stessi diritti civili di un italiano e se lavoratore ha parità di trattamento e piena eguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani.
Su questo quadro, si innesta il ddl Boldrini.
Ecco allora che lo ius soli si estende a chi nasce in Italia 1) da genitori stranieri dove almeno uno a) è regolarmente soggiornante in Italia da almeno 1 anno dalla nascita del figlio o b) è nato in Italia; 2) vi abbia regolarmente soggiornato fino alla maggiore età e ne fa richiesta entro 2 anni.
Lo ius communicatio si riduce a 6 mesi di residenza in Italia post matrimonio / unione civile.
Per naturalizzazione i tempi si riducono a 5 anni per gli stranieri con reddito minimo pari all’importo annuo dell’assegno sociale (5.889/00 euro) e a 3 anni per i cittadini comunitari, cui viene equiparata una nuova categoria di persone individuate in coloro cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato o di persona in protezione sussidiaria, soggetti che non sono tenuti a dimostrare alcun reddito.
Si introduce inoltre lo ius culturae, che riconosce la cittadinanza sia a chi è entrato in Italia entro il decimo anno di età e vi abbia regolarmente soggiornato fino alla maggiore età, sia a chi abbia comunque frequentato un ciclo di istruzione, primaria o secondaria di primo o secondo grado o un percorso idoneo al conseguimento di una qualifica professionale.
Infine si prevede che al minorenne condannato a pena detentiva non superiore a 3 anni non venga per ciò precluso l’acquisto della cittadinanza.
L’evidenza giuridica porta ad alcune considerazioni sulle quali mi interrogo.
E’ integrazione dare la cittadinanza per nascita sul presupposto che il genitore risieda in Italia da un solo anno?
Ridurre il periodo di residenza in Italia del coniuge o del civilmente unito non rischia di tradursi nella legalizzazione di quello che oggi è il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a mezzo di falsi matrimoni o unioni civili di comodo?
Come è possibile mantenersi senza un reddito? Quindi quale naturalizzazione è possibile con chi non è tenuto a dimostrare la liceità del proprio vivere?
Ha davvero acquisito e condiviso la nostra cultura chi ha semplicemente vissuto in Italia da bambino per almeno 8 anni o si è seduto anche solo 3 anni senza profitto sui nostri banchi di scuola?
E’ un valore da premiare con la cittadinanza il conseguimento di una condanna penale perché sotto i 3 anni?
Ma soprattutto siamo davvero sicuri che la priorità di un governo appena nominato debba essere la riforma di una legge che senza particolari sussulti ha tenuto fino ad oggi?
Porto San Giorgio, li 6/10/19.
Avv. Andrea Agostini