CAMBI CLIMATICI, AZZERARE IL VALORE DELLE CASE
CAMBI CLIMATICI, AZZERARE IL VALORE DELLE CASE
Azzerare il valore delle case per combattere il cambiamento climatico, sembra questa l’idea della Commissione Europea che il 14 dicembre presenterà una nuova direttiva sull’efficienze energetica degli immobili.
L’obiettivo previsto è che entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissioni zero e per arrivarci si vieteranno dal 2027, 2030 per i condomini, vendite e locazioni di immobili che non rispetteranno determinati standard energetici.
Si pretenderà la classe E dal 2027, la D dal 2030, la C dal 2033 e via a seguire.
Così per essere commercializzate le abitazioni non in linea con gli standard imposti di risparmio energetico dovranno essere preventivamente rinnovate, il che significherà investimenti tanto più consistenti a seconda della vetustà degli edifici.
In nome della sostenibilità ambientale come tirarsi indietro, ma la sostenibilità sociale di tale operazione è stata considerata?
Le banche apriranno linee di credito, le aziende operanti nel settore elettrico finanzieranno il rinnovo energetico scontandolo sui consumi, ma sarà il cittadino a pagare la svolta verde.
Il parco immobiliare italiano risale per lo più al dopo guerra o comunque agli anni 70/80, quando l’efficienza energetica non era certo la stella polare dei costruttori.
La crisi economica oggi vede tanti proprietari di prima casa nell’impossibilità di ristrutturare abitazioni magari ereditate dai genitori se non dai nonni.
Il rischio è la paralisi del mercato immobiliare o comunque la crescita dei valori di mercato, costi sociali difficilmente sostenibili nel nostro Paese.
C’è chi si oppone parlando di esproprio di fatto a danno di chi, non avendo soldi da investire nel rinnovamento energetico, rischia la fuoriuscita dal mercato e quindi l’azzeramento del valore della propria casa.
C’è poi chi contesta ravvisando nella fattispecie una violazione del diritto di proprietà in contrasto con la nostra Costituzione.
Dissento.
L’art.42 riconosce sì la proprietà, ma prevedendo pure che la legge ben possa determinarne limiti finalizzati ad assicurarne la funzione sociale.
In altre parole se la Comunità Europea con una direttiva analitica dovesse decidere per la nullità della vendita o della locazione di immobile, quando non rispettoso di precisi parametri di consumo energetico, ciò sarebbe a mio avviso legittimo.
Parlamentari europei, bene la rivoluzione verde, evviva la transizione ecologica, ma attenzione a non giocarci la casa.
Porto San Giorgio, FM, li 12/12/2021.
Avv. Andrea Agostini