COME PERDERE LA GUERRA AL COVID 19
COME PERDERE LA GUERRA AL COVID 19
Il tasso di contagiosità del virus Sars-CoV-2 cresce per focolai in alcune parti d’Italia.
Il caso di maggior clamore è dato dal Veneto con l’imprenditore vicentino che, rientrato dalla Serbia, è finito in rianimazione, solo dopo però, in barba ad ogni misura di contenimento, aver girato in lungo e in largo la sua città infettando persone a decine.
Ma ci sono anche i casi del Lazio con la comunità del Bangladesh o quello della Campania con i bulgari di Mondragone oppure quello dell’Emilia Romagna con il polo logistico Bartolini.
Evidente è che il coronavirus, ridotto ai minimi termini nei confini nazionali, trova margini in contagi di rientro dall’estero, aggravati poi dalla circolazione interna all’intero nostro Paese.
Occorre quindi a mio avviso riflettere sul fatto che forse oggi non siamo attrezzati a contrastare questo nuovo fenomeno, che facilmente, se non contenuto, porterà ad un’ondata di ritorno di contagi nel prossimo autunno.
Il governatore Zaia invoca il “carcere” o “trattamenti sanitari obbligatori” per contenere coattivamente i soggetti infetti insofferenti alle misure di contenimento.
E’ un’ipotesi, ma per renderla percorribile occorrono misure di legge che il Parlamento, distratto dalle prossime elezioni regionali e dalla conta dei numeri in Senato necessari all’avallo delle misure finanziarie di Governo, assai difficilmente adotterà.
Rimane allora esclusivamente sulle spalle dei governatori di Regione la battaglia al Covid 19 dopo che il Governo si è deresponsabilizzato da ogni evenienza con l’adozione del DL 16/05/2020, n. 33, art.1, comma 16.
La norma infatti, nonostante la Costituzione assegni allo Stato il compito di combattere la pandemia, – giusti i riferimenti alla “profilassi internazionale”, art.117 co.2 lett.q) e al “pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica”, art.120 co.2 -, rimette alle Regioni il monitoraggio dell’andamento epidemiologico e l’adozione di più stringenti misure di contenimento.
Il problema è che ognuno fa storia a sé.
Ogni Governatore ha una diversa sensibilità nel contemperare e bilanciare le esigenze di tutela della salute con quelle di rilancio dell’economia.
Ognuno dei 21 sistemi sanitari regionali gode di diverse risorse economiche, di diversi protocolli e di una diversa propensione ad effettuare tamponi diagnostici.
In un quadro del genere, assai incerto, infine non rassicura sapere che non esiste una strategia sanitaria nazionale circa la mobilità interregionale e di frontiera internazionale.
La verità è che viviamo un rischio Covid 19 non calcolato e non calcolabile di fronte al quale l’unica misura di contenimento possibile è rimessa al senso di responsabilità di ciascuno di noi, che sia l’uso della mascherina, il distanziamento o l’isolamento sociale.
Su questi presupposti, vinceremo o perderemo?
Porto San Giorgio, FM, li 5/7/2020.
Avv. Andrea Agostini