CONCESSIONI BALNEARI SI CAMBIA
CONCESSIONI BALNEARI SI CAMBIA
Il 31/12/2023 le concessioni demaniali marittime decadono, niente proroghe, si va a gara.
Così il 9/11 il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria sul tema della concorrenza, da promuovere, stando al PNRR che il Governo Draghi ha presentato per intercettare i 200 milioni di euro previsti dal Next Generation EU, ma che si fatica a declinare nel concreto.
Tant’è che il Governo il 4/11 ha approvato il disegno di legge annuale sulla concorrenza senza aprire al mercato il settore balneare, bensì disponendo la mappatura delle concessioni e l’accertamento dei canoni, nonostante i numeri siano noti.
Il settore in Italia consiste in 29.689 concessioni balneari di cui 950 nelle Marche, che impegnano circa 30.000 imprese per lo più familiari.
Un giro di affari di 15 miliardi di euro che rende un gettito allo Stato da canoni concessori di circa 115 milioni di euro dove 21.581 concessionari pagano meno di 2.500 euro l’anno.
Il tema è noto e rinviato da 15 anni.
La Bolkestein nel 2006 e la Corte di Giustizia UE nel 2016 hanno sancito che le concessioni demaniali marittime per attività turistico ricreative, le spiagge, beni pubblici, limitati nel numero e di grande rilievo economico, vanno concesse a seguito di gara ed eventuali proroghe automatiche, quindi in assenza di selezione tra potenziali candidati, sono illegittime.
L’Italia però nel 2018 e nel 2020, governi Conte 1 e 2, ha prorogato le concessioni esistenti a tutto il 2033.
L’apertura di procedimenti di infrazione europea, sentenze di giustizia amministrativa, la Corte Costituzionale, tutti a segnare la necessità di cambiare.
La decisone di Palazzo Spada, che vede entusiasta +Europa, soddisfatti PD e M5S, sul piede di guerra i balneari sostenuti da Lega e FdI, costringe ora il legislatore a venire allo scoperto e velocemente, già con la prossima legge di bilancio se si vuole consentire alla pubblica amministrazione di organizzare tempestivamente le gare e non arrivare all’estate 2024 con gli attuali concessionari balneari occupanti illegittimi del demanio marittimo.
Ma prevedere indennizzi a tutela degli investimenti effettuati dai concessionari uscenti potrebbe non essere sufficiente.
Penso ad un mio assistito, il quale nell’autunno scorso è subentrato in una concessione demaniale marittima e quest’anno ha demolito l’esistente, costruito un nuovo stabilimento uso ristorazione, acquistato nuove attrezzatture da spiaggia, compiendo l’investimento di una vita a fronte della garanzia fornita dallo Stato di avere tempo per ammortizzare il debito al 2033.
Se l’impegno non verrà mantenuto, occorrerà un vero e proprio risarcimento del danno.
Porto San Giorgio, FM, li 14/11/2021.
Avv. Andrea Agostini