Corinaldo e la sicurezza che non c’è
Corinaldo e la sicurezza che non c’è
La “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, provincia di Ancona, è il locale di pubblico spettacolo dove tanti giovanissimi si erano riuniti per assistere al concerto del rapper Sfera Ebbasta quando all’improvviso, all’una di notte dell’8 dicembre 2018, 6 persone hanno perso la vita e oltre 50 sono rimaste ferite.
La memoria di ognuno di noi va agli attentati a Charlie Hebdo e al Bataclan o anche alla piazza San Carlo a Torino ed ecco che la paura di rimanere vittima di un attentato o di un incidente scatena per lo più su falso allarme reazioni incontrollabili, che si enfatizzano e montano a catena finchè la ressa stessa produce le sue vittime.
Forse uno spray urticante spruzzato nell’aria, forse un’uscita di sicurezza chiusa, forse la balaustra di un ponticello che avrebbe ceduto, al momento tanti i “forse”, ma di certo una tragedia che pretende, accertate le cause al termine delle indagini, si risponda a 2 domande: si poteva evitare? di chi la responsabilità?
Così la prima verifica riguarderà il locale:
- era in regola con la licenza di agibilità e il certificato di prevenzione incendi, quindi con la licenza di pubblico spettacolo (art.80 TULPS)?
- quali le condizioni della safety e della security?
- le persone presenti erano in sovrannumero (1,2 persone / mq)?
- le vie di fuga erano idonee e funzionali al deflusso degli ospiti?
Dalle risposte a queste domande dipenderà l’individuazione dei responsabili dei reati di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, nonché disastro, lesioni e omicidio colposi.
La seconda contestuale attività di accertamento sarà volta ad esaminare la videosorveglianza interna al locale e le riprese video dei telefonini, che consentiranno di comprendere se l’innesco dell’esodo urgente e forzoso sia dipeso dalla diffusione di sostanze urticanti nell’aria e quali le sue ragioni.
Se infatti si tratta di bomboletta a norma di legge usata in concreto per autodifesa, nessun problema per chi l’abbia usata, a meno che non ne fosse stata vietata dalla sicurezza l’introduzione nel locale.
Diversamente se lo spray fosse stato usato per gioco o con l’intenzione di derubare qualcheduno, che in questo caso vi sarebbe responsabilità per i reati di omicidio preterintenzionale e lesioni plurime colpose.
Potrà pure dirsi presumibilmente già finita la stagione commerciale del locale perché a prescindere dal fatto che l’esercente abbia o meno responsabilità, il Questore riterrà la pericolosità della discoteca per la pubblica incolumità comunque insita nella gravità di quanto accaduto e così sospenderà la licenza di pubblico spettacolo ex art.100 TULPS con grave danno economico di impresa, ma anche per le maestranze impiegate e l’intero indotto cittadino.
Al processo poi vedremo le costituzioni di parte civile, tante, dalle famiglie dei defunti, ai feriti non solo fisici, che sicuramente diversi avranno bisogno nei giorni di assistenza psicologica per elaborare e superare l’evento, fino a coloro che hanno subito semplici danni materiali, come la rottura degli occhiali o del cellulare o degli indumenti o il semplice mancato godimento dello spettacolo con conseguente richiesta di rimborso del biglietto.
Si interrogherà anche la politica cittadina circa l’opportunità di una costituzione del Municipio quale parte civile, risposta che arriverà solo quando si sarà compreso se vi sono anche responsabilità interne a sconsigliare l’azione, Torino docet.
Questo il futuro e oggi?
Stringiamoci tutti intorno alle vittime per esprimere loro il nostro più sincero cordoglio.
Porto San Giorgio, FM, li 8/12/18.
Avv. Andrea Agostini