IL DIRITTO AL SANGUE NO VAX
IL DIRITTO AL SANGUE NO VAX
Un bambino deve essere operato al cuore quando i genitori rifiutano trasfusioni di sangue proveniente da donatori vaccinati contro il Covid e lanciano un appello social alla ricerca di sangue da soggetti non immunizzati.
Il centro trasfusionale e l’ospedale si oppongono perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli specifici.
I genitori no vax si rivolgono all’avvocato, imminente la decisione del giudice.
In sintesi questi i fatti di una vicenda che interessa oggi una famiglia modenese e il Sant’Orsola di Bologna, ma già l’estate scorsa l’ospedale Infermi di Rimini non ha potuto procedere alla trasfusione di sangue a favore di un ultranovantenne perché le figlie pretendevano sangue proveniente da un non vaccinato contro il Covid.
Il tutto si inserisce in un contesto che ha costretto l’Avis, Associazione Volontari Italiani del Sangue, nei giorni scorsi ad un comunicato stampa volto a chiarire che sono fake news quelle per cui il sangue dei vaccinati coagula, gli emocomponenti di chi ha fatto la terza dose di vaccino sono di scarsa qualità, i donatori devono non essere vaccinati, il covid si trasmette per via trasfusionale.
La pandemia, protagonista assoluta dei nostri tempi, supera il passo di problematiche giuridiche note, come quella tipica del rifiuto di emotrasfusioni per motivi religiosi da parte di testimoni di Geova.
Non è dunque più tempo di fede e di libertà religiosa, articolo 19 della Costituzione, quanto piuttosto di credenze che vanno declinate in termini di diritto di autodeterminazione sanitaria, articoli 2, 13 e 32 della Carta Costituzionale.
La soluzione del caso di interesse passa attraverso la legge 22 dicembre 2017, n. 219, Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
Fermo il fatto che il consenso o il dissenso informato va dato dai genitori, questi devono tenere conto in base all’età e al grado di maturità della volontà espressa dal minore che, in modo consono alle sue capacità, va informato dal medico del suo stato di salute in modo che questi possa esprimersi in merito alla trasfusione di sangue.
Se i genitori rifiutano il trattamento sanitario che invece il medico ritiene appropriato e necessario, la decisione è rimessa al giudice, il quale persegue “come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore nel pieno rispetto della sua dignità”.
Cosa deciderà il giudice?
Rispetterà il diritto di autodeterminazione sanitaria dei genitori, specie se dello stesso avviso è il figlio ancor più se maturo, o imporrà la tutela del diritto alla vita del minore?
Nel rispetto delle prerogative del magistrato e non conoscendo le carte, mi sottraggo da qualsiasi anticipazione, una cosa però è certa.
Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali.
La questione andrà pertanto risolta in termini di emotrasfusione sì o no perché il sangue no vax in diritto è un fake.
Porto San Giorgio, FM, li 7/2/2022.
Avv. Andrea Agostini