La bocciatura di tuo figlio è giusta o no?
La bocciatura di tuo figlio è giusta o no?
Terminato l’anno scolastico è tempo di scrutini finali.
Gli insegnanti si riuniscono e danno una valutazione dello studente circa il percorso compiuto e gli obiettivi raggiunti.
Così gli alunni vanno in ansia e ancor più i loro genitori fino a che la tensione si placa naturalmente alla notizia dell’ammissione alla classe superiore o agli esami di Stato.
L’apprensione diviene invece tragedia familiare e personale alla notizia della mancata ammissione, specie quando nessuno aveva informato preventivamente della possibilità o addirittura qualcheduno si era spinto a rassicurare in ordine al buon esito dello scrutinio, che mai gli insegnanti avrebbero preso in considerazione la bocciatura!
Nella mia esperienza professionale, comunque sia andata, le reazioni sono solitamente tre.
- Si cerca di accettare la sconfitta come conseguenza di proprie precise responsabilità, insegnamento di vita, occasione di maturazione e di rinnovato impegno.
- Si soffre l’onta sociale del rallentamento di un cursus honorum prefigurato se non addirittura ostentato prematuramente e allora si va alla ricerca a tutti i costi di un capro espiatorio, si teme il complotto, la colpa è dell’insegnante.
- Si vive un dolore profondo e lacerante nel timore il trauma possa destabilizzare il presente di un giovane fragile fino a negargli un futuro, specie in chi soffre di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o ha bisogni educativi speciali (BES).
All’avvocato non ci si rivolge necessariamente per fare causa contro qualcuno, ma anche semplicemente per dare un segnale al figlio che i genitori ci sono, gli sono vicini, lo sostengono con fiducia e lo aiuteranno comunque a superare la difficoltà, che in quel momento appare come una catastrofe insormontabile.
Fondamentale allora è il colloquio, l’ascolto di genitori e figli, più delle loro parole, le loro emozioni.
Allo sfogo, segue la chiarificazione e infine l’orientamento consapevole sul da farsi nel prossimo futuro, magari cambiare scuola o indirizzo o intraprendere attività di recupero.
Parte di questa consapevolezza muove attraverso il lavoro dell’avvocato.
A scuola infatti possono oggettivamente verificarsi ingiustizie, cattive valutazioni e atti di superficialità.
Se ciò è vero, bisogna allora porsi la domanda: la bocciatura è legittima? La valutazione del giovane ha rispettato tutti i crismi della legalità? Sì o no?
Magari le carenze sono dovute alle numerose assenze dell’insegnante, che non hanno consentito di svolgere per intero o comunque consolidare il programma di studio.
Forse le insufficienze sono dovute al fatto che non sono state assicurate all’alunno affetto da disturbi specifici dell’apprendimento le misure compensative e dispensative pure previste nel piano didattico personalizzato sottoscritto con la scuola.
La legge non serve semplicisticamente ad aiutare i furbetti facoltosi a guadagnare con la scorciatoia legale i traguardi scolastici sudati da compagni più capaci e meritevoli, pregiudizio comune che riscontro ogni volta che il giudice amministrativo sospende la valutazione negativa compiuta dal corpo docente per ammettere con riserva il giovane all’anno successivo o a sostenere gli esami.
Il rispetto della legge è garantire a ognuno il diritto inviolabile al pieno sviluppo della persona umana.
Anche a scuola.
Avvocato Andrea Agostini