LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, COME DIFENDERSI?
LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, COME DIFENDERSI?
LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, COME DIFENDERSI?
Introduzione
“Se bevo, non guido”.
Semplice, chiara, lineare, è questa a mio avviso la difesa preventiva ideale.
L’alcol infatti provoca in chiunque uno stato di alterazione psicofisica e se ciò accade al conducente di un veicolo, ecco che una percezione distorta della realtà, una diminuzione delle facoltà intellettive, un rallentamento dei riflessi possono costare caro.
Uno stato di euforia e si corre compiendo manovre azzardate, una disattenzione e si passa col rosso o non ci si avvede dell’attraversamento di un pedone, un colpo di sonno e si esce dalla carreggiata e così via.
Gli ultimi dati utili per comprendere il fenomeno sono del 2018.
Ogni giorno in Italia 9 persone sono morte in seguito a incidenti stradali e altre 665 sono rimaste ferite (fonte ACI).
L’8,7% degli incidenti stradali è legato alla guida in stato di ebbrezza e nei servizi di controllo con etilometro a contrasto delle stragi del venerdì e del sabato sera, sono risultati positivi all’alcol test il 5,1% degli automobilisti fermati (fonte Polizia stradale e Carabinieri, che mediamente si occupano di 1/3 degli incidenti stradali che avvengono ogni anno nel nostro Paese).
Il costo economico, sanitario e sociale, degli incidenti stradali viene stimato in 17,1 miliardi di euro (fonte Istat).
A quattro anni dall’introduzione con legge 23 marzo 2016, n. 41 dei reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, l’inasprimento del trattamento penale per ridurre morti e lesioni da incidenti stradali non ha funzionato.
Di certo ad esempio non ha impedito ad Alice Nobili, figlia dei magistrati Ilda Boccassini e Alberto Nobili, di investire e uccidere la sera del 3 ottobre 2018, mentre era a bordo di uno scooter in viale Montenero a Milano, Luca Voltolin, medico infettivologo di 61 anni, pedone intento ad attraversare la strada sulle strisce pedonali: pena patteggiata nei giorni scorsi a 9 mesi di reclusione, oltre a un risarcimento del danno di misura ignota perché coperta da clausola di riservatezza.
Polemiche a parte sul fatto che la giovane non sia stata sottoposta in occasione del sinistro al controllo di rito circa l’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, rimane un dato oggettivo, ribadito anche esso in questi giorni.
La polizia stradale è al collasso per carenza di organico, il che significa meno controlli sulle strade.
Questo è quanto rileva Daniele Tissone, segretario del sindacato di polizia Silp Cgil, commentando l’accordo quadro siglato il 9 gennaio scorso dal Ministro dell’Interno dott.ssa Luciana Lamorgese e dal presidente dell’Anci, dott. Antonio Decaro, per coinvolgere anche le polizie municipali nei servizi di polizia stradale.
Comunque sia, in attesa che la politica decida finalmente di fare sul serio nel contrastare il fenomeno drammatico delle morti e degli infortuni da incidenti stradali alcol correlati, ad esempio ponendo a zero alcol l’obbligo di legge per chiunque si ponga alla guida di un veicolo e imponendo meccanismi di blocco motore nelle auto affinchè queste non si mettano in moto in presenza di automobilisti che abbiano bevuto alcolici, dobbiamo confrontarci con la realtà per quello che è.
E in un sistema giuridico come quello italiano, che tratta diversamente il connubio alcol e guida a seconda dell’intensità dello stato di ebbrezza alcolica e poi secondo ulteriori diversi parametri, passando dalla tolleranza vera e propria al mero illecito amministrativo fino anche all’illecito penale, occorre sapere come muoversi.
Senza essere folli criminali capita di uscire da un ristorante o da un qualsiasi locale avendo bevuto un bicchiere di troppo.
Codice della strada e diritto penale della circolazione stradale alla mano, cosa fare perché l’errore di una sera venga trattato nei giusti termini di legge?
Iniziamo oggi una verticale giuridica sull’argomento perché ognuno sia reso edotto dei doveri e dei diritti.
Avv. Andrea Agostini