LA PARITA’ DI GENERE RIDOTTA A UN ASTERISCO
LA PARITA’ DI GENERE RIDOTTA A UN ASTERISCO
“Car* student*” immagino sia l’incipit di una comunicazione ufficiale di quel liceo di Torino dove “il” o forse “la” o forse “X” dirigente “scolastic*” si rivolge ai suoi allievi in nome della parità di genere nel segno della migliore inclusione di ognuno nella comunità scolastica.
Perché si sia preferito l’asterisco allo schwa, una e capovolta, ə, rimane un punto interrogativo, ?, quest’ultimo peraltro anche esso segno grafico che forse meglio potrebbe connotare la fluidità dei tempi, ma certo è che il dibattito è aperto.
Un dibattito destinato al momento a rimanere scritto in quanto ognuna delle suddette soluzioni è impronunciabile nel parlare, ma che certamente assume una sua dignità quando l’asterisco lascia le pagine sgrammaticate dei social per divenire atto pubblico di un istituto scolastico.
In diritto tanto nel processo civile (art.122 cpc) che in quello penale (art.109 cpp) è prescritto l’uso della lingua italiana e stando all’Accademia della Crusca la formula corretta a garantire l’identità di genere è il plurale maschile, non altro.
Ognuno è figlio dei suoi tempi e certo la Torino di oggi, quella del liceo con asterisco, non è quella del lontano 1883 quando l’Ordine degli Avvocati di Torino iscrisse tra le sue fila Lidia Poët, che dopo pochi mesi su richiesta del Procuratore Generale del Regno venne cancellata dalla Corte di Appello dall’albo professionale e dovette attendere il 1920 per divenire la prima donna avvocat*
L’identità di genere è elemento costitutivo del diritto all’identità personale e rientra tra i diritti fondamentali della persona, garantiti dall’art. 2 della Costituzione e dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani, così la sentenza della Corte Costituzionale 5 novembre 2015 n. 221.
Pertanto confondere l’identità di genere con il genere grammaticale per rinunciare all’identità personale è un’operazione scorretta non solo dal punto di vista della lingua italiana, ma anche del diritto.
Bene le ideologie si confrontino nel dibattito pubblico, ma che rimangano nelle piazze.
All’asterisco * che entra nelle scuole mettiamo un cancelletto #
Porto San Giorgio, FM, li 28/11/2021
Avv. Andrea Agostini