NO AD ARMI ITALIANE ALL’UCRAINA PER COLPIRE IN RUSSIA
NO AD ARMI ITALIANE ALL’UCRAINA PER COLPIRE IN RUSSIA
Nei giorni scorsi il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg si è espresso affinché vengano riconsiderati i limiti all’uso delle armi fornite dai Paesi occidentali all’Ucraina, consentendo così di colpire obiettivi militari in territorio russo.
Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti favorevoli; Spagna, Belgio e Italia contrari.
L’Italia giustifica la sua posizione di sostegno e difesa dell’Ucraina, ma di contrarietà ad agire oltre il confine russo, richiamando la nostra Costituzione che all’art.11 “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Ma ogni regola conosce le sue eccezioni.
Innanzitutto l’art.52 comma 1 della Costituzione per il quale “la difesa della Patria” è “sacro dovere del cittadino”.
Inoltre perché lo stesso art.11 della Costituzione, seguendo la lettura, consente all’Italia “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
Pertanto la difesa, anche di soccorso a un Paese terzo colpito nella sua integrità territoriale da attacchi esterni, è legittima, tant’è che l’Italia è pronta all’invio del nono pacchetto di armi all’Ucraina, che conterrà anche il sistema di difesa aerea Samp-T.
Ma il nodo rimane: può la difesa, in nome della sua efficacia, anticiparsi all’attacco delle fonti di pericolo e colpire oltre il proprio confine fin nel Paese belligerante?
La soluzione è nell’ultimo inciso dell’art.11 della Costituzione per il quale l’Italia “promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte” allo “scopo”, la costituzione di “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
In buona sostanza, se la Nato o la Comunità Europea dovessero prendere posizione, allora l’Italia valuterà, ma fintanto che ogni Paese continuerà in ordine sparso a ragionare di suo, una guerra di difesa dell’Italia alla Russia in favore dell’Ucraina non è neppure ipotizzabile.
Porto San Giorgio, li 2/6/2024.
Avv. Andrea Agostini