RISSE TRA GIOVANI, AUMENTARE LE PENE NON E’ SERVITO
RISSE TRA GIOVANI, AUMENTARE LE PENE NON E’ SERVITO
Willy Duarte Monteiro il 6/9/2020 a 21 anni muore a Colleferro per un pestaggio subito nel tentativo di difendere un amico da un’aggressione.
L’opinione pubblica è sconvolta, il Presidente della Repubblica conferisce la medaglia d’oro al valore civile, il Governo Conte bis interviene con il d.l. 21/10/2020 n.130.
Il decreto prevede pene più severe per chi partecipa a una rissa (multa cresciuta nel massimo da euro 309 a 2000 e nel caso qualcuno muoia o resti ferito reclusione aumentata nel minimo da 3 a 6 mesi e nel massimo da 5 a 6 anni) ed estende il daspo (misura nata come divieto di accedere alle manifestazioni sportive e portata negli anni a colpire i casi di messa in pericolo della sicurezza urbana).
Il daspo Willy colpisce chi abbia anche solo riportato una denuncia nel corso degli ultimi 3 anni per avere commesso in esercizi pubblici o nelle loro vicinanze cessione di stupefacenti, gravi disordini, delitti non colposi contro la persona o il patrimonio o aggravati da ragioni discriminatorie.
Così il Questore per ragioni di sicurezza con ampia discrezionalità vieta l’ingresso nei locali come lo stazionamento nelle vicinanze, ordine che se violato comporta la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8000 a 20000 euro.
Un anno è passato e la cronaca insegna che le risse urbane tra giovani sono tutt’altro che diminuite e sempre più spesso si registrano tragici epiloghi con gang criminali che si scontrano previa creazione online di un evento social.
La norma Willy è stata dunque l’ennesima legge manifesto (es. codice rosso, omicidio stradale) di quella politica miope che crede che semplicemente aumentando le pene, messa così a tacere la coscienza di ognuno, i problemi si risolvano.
Non voglio ragionare di soluzioni sociali di integrazione e formazione, non è questa la sede, ma qualcuno pensa davvero che un giovane criminale si asterrà dal delinquere solo perché in Gazzetta Ufficiale è arrivata una legge più severa della precedente?
O si insegna a ognuno, genitori in primis, la gravità delle conseguenze cui rischia di andare incontro chi partecipa ad una rissa o tutto sarà inutile.
Nel frattempo che venga acquisita tanta consapevolezza occorre provvedere implementando le misure di sicurezza.
Perché non prevedere che il Questore, nel momento in cui dispone il daspo, possa anche interdire sia il possesso di spray urticanti e simili prodotti liberamente disponibili sul mercato, sia l’utilizzo dei social?
Servono soluzioni concrete a salvaguardia della sicurezza dei nostri figli e perché Willy non sia morto invano.
Porto San Giorgio FM li 3/10/2021
Avv. Andrea Agostini