UNA TARGA PER EMMANUEL: la legge lo consente?
UNA TARGA PER EMMANUEL: la legge lo consente?
“In memoria di Emmanuel Chidi Namdi vittima del razzismo il 5 luglio 2016 in una città come Fermo che è da sempre e vuole restare modello di solidarietà, accoglienza e civilità”.
Il Consiglio Comunale di Fermo, dopo un’ora di dibattito, boccia la proposta di una targa commemorativa avanzata da alcuni consiglieri comunali per ricordare la morte del giovane migrante nigeriano intervenuta a tragico epilogo di un litigio con il fermano Amedeo Mancini.
Si ricorderà l’enfasi mediatica dell’epoca, specie il funerale celebrato in Duomo alla presenza di tante personalità della politica: il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, il Ministro Maria Elena Boschi, l’eurodeputato David Sassoli, l’ex Ministro Cecile Kyenge, il deputato Paolo Petrini, il senatore Francesco Verducci.
Il processo per omicidio si concluse nel gennaio 2017 con un patteggiamento a 4 anni di reclusione nel riconoscimento dell’aggravante razziale e dell’attenuante della provocazione, ciò in considerazione della reazione aggressiva di Emmanuel all’insulto di Amedeo.
Il Sindaco di Fermo Avv. Paolo Calcinaro chiarisce che “il consiglio comunale non ha detto no al ricordo di Emmanuel, ma ad una memoria che avrebbe coperto il nome della Città di Fermo con il velo della parola razzismo. La targa quasi sicuramente si farà, ma nel testo non si parlerà di “vittima del razzismo””.
Non ce ne voglia il Consiglio Comunale e men che meno il Sindaco, ma la targa dubito ci sarà.
Vi è infatti un preciso divieto di legge: nessun ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico o aperto al pubblico a chi non è morto da almeno 10 anni, così l’art.3 co.1 della Legge 23 giugno 1927 n.1188.
Come se ne esce? Tre possibilità.
La prima. Si colloca la targa in cimitero. Va detto però che la salma, anche grazie al contributo economico del suo assassino, non è più a Fermo bensì in Nigeria dove è stata rimpatriata per desiderio della moglie del defunto.
La seconda. Il ricordo viene posto in chiesa. Ciò pretende però Emmanuel venga riconosciuto e definito da autorità civili e religiose “benefattore”.
La terza. Si chiede una deroga eccezionale al Prefetto da parte della Giunta comunale, che nella delibera deve indicare il testo commemorativo e allegare la planimetria dei luoghi interessati e soprattutto il curriculum vitae della persona cui è rivolta la dedica.
Infatti il Prefetto su delega di poteri del Ministro dell’Interno autorizza in deroga al divieto di legge solo per meriti significativi conseguenti al compimento di azioni buone socialmente utili.
Allora mi domando: Matteo Salvini riconoscerà a Emmanuel il benemeritato della nazione?
Avv. Andrea Agostini