VIA CON ZONA BIANCA E GREEN PASS
VIA CON ZONA BIANCA E GREEN PASS
Sebbene la variante Delta del Covid-19 preoccupi e quindi permangano divieti di ingresso da India, Bangladesh e Sri Lanka, e obblighi di 5 giorni di quarantena e tampone per chi viene dalla Gran Bretagna, da lunedì 21 giugno 2021 tutta l’Italia, eccetto la Valle D’Aosta, sarà in zona bianca.
In zona bianca, regione che presenta meno di 50 contagi ogni 100 mila abitanti per 3 settimane consecutive, si torna a vivere.
Il coprifuoco viene meno e – pur nel rispetto di protocolli anti covid individuati da decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri – tutte le attività ripartono, eccetto sale da ballo e discoteche che devono limitarsi a ristorazione e somministrazione.
Con il 21 giugno viene meno anche il limite numerico di posti al tavolo per la ristorazione non solo all’aperto, ma anche al chiuso.
In buona sostanza siamo finalmente liberi da restrizioni, eccetto il divieto di assembramento e il rispetto di obblighi di distanziamento, igiene delle mani e mascherina.
Sulla scia di Polonia, Belgio e Francia, la Spagna dal 26 giugno toglierà l’obbligo di mascherina all’aperto, quindi chissà che l’Italia non comprenda come perseverare in estate, più che inutile, sarebbe impraticabile in termini di controllo e sanzione a fronte di un costume sociale già mutato nel nuovo contesto di ritrovata libertà da zona bianca.
Una tale apertura contrasterebbe però con l’intenzione del Governo di reiterare lo stato di emergenza in scadenza il 31 luglio e prorogabile fino a gennaio 2022, stato che a fronte dell’eccezionalità della pandemia ha consentito finora di disporre misure sanitarie proprio come l’obbligo di mascherina.
Ma la vita va avanti e bisogna pur muoversi.
Il primo luglio arriverà il Digital Green Pass (DGC), il certificato europeo anti Covid che intende contribuire alla ripresa economica facilitando gli spostamenti all’interno dell’Unione.
Ai fini della sua operatività in Italia è stato pubblicato il DPCM 17 giugno 2021, che detta la disciplina delle certificazioni verdi digitali, utili oltre che per spostarsi anche per partecipare a eventi pubblici (es. feste di matrimoni, spettacoli, concerti, fiere, partite) e accedere a strutture sanitarie assistenziali (rsa).
Come sotto lockdown avevamo con noi l’autocertificazione, presto avremo il green pass da esibire unitamente al documento di identità a richiesta dei verificatori, che saranno non solo pubblici ufficiali, ma anche il personale addetto ai controlli per lo svolgimento delle attività fruibili grazie alla certificazione.
Cartaceo, ricevuto dal proprio medico di famiglia o dal pediatra o in farmacia, o digitale, scaricato online dall’app Io o dall’app aggiornata di Immuni o dal sito https://www.dgc.gov.it/web o per accesso al fascicolo sanitario elettronico, sono 3 le certificazioni possibili.
La prima da vaccino (dopo la seconda o da 15 giorni dopo la prima dose con validità di 9 mesi), la seconda da guarigione (validità 6 mesi) e infine la terza da tampone (molecolare o antigenico con esito negativo e validità 48 ore).
Al pensiero che la libertà di movimento sia rimessa a sistemi operativi di tutta Europa che dialogano tra loro in tempo reale per verificare l’esistenza, la validità e l’efficacia dell’EU Digital Covid Certificate, quando nei diversi Paesi non valgono per tutti le stesse regole (es. sufficienza di una dose o necessità di completamento dell’intero ciclo; sufficienza del test rapido antigenico o necessità di tampone molecolare), un po’ mi preoccupo, ma è nulla se volgo lo sguardo al nostro Paese.
Per arrivare al green pass è una babele.
Identità digitali da Spid o da Carta di Identità elettronica ancora appannaggio di pochi, tessere sanitarie chiamate a coniugarsi con codici univoci identificativi di ben 4 tipi diversi (Authcode: codice di autorizzazione ricevuto per email o sms dalla piattaforma nazionale; Cun: codice univoco nazionale del tampone molecolare; Nrfe: numero di referto elettronico del tampone antigenico; Nucg: numero univoco di guarigione), fascicoli sanitari elettronici ai quali si accede con modalità diverse a seconda della Regione, che dire?
Parafrasando Roberto Benigni in Johnny Stecchino, le tre piaghe non della Sicilia ma dell’Italia intera, penso all’Etna e alla siccità, la natura, come la pandemia e il caldo estivo, poi c’è l’uomo, quello del traffico, la burocrazia, “tentacolare, vorticosa che ci impedisce di vivere e ci fa nemici famiglia contro famiglia”.
Porto San Giorgio, FM, li 20/6/2021.
Avv. Andrea Agostini