COVID SEMAFORO ROSSO PER LE CERTIFICAZIONI VERDI
COVID SEMAFORO ROSSO PER LE CERTIFICAZIONI VERDI
Il decreto legge riaperture introduce nel nostro ordinamento giuridico le certificazioni verdi covid 19, un permesso di circolazione mal concepito per 4 ragioni.
- Esse attestano lo stato dell’individuo nei confronti del Covid: vaccinato, guarito o non affetto perché negativo a test molecolare o antigenico.
Se queste condizioni sono equivalenti perché distinguerle palesando pubblicamente la condizione privata di ognuno? Magari non ho piacere di far sapere che sono stato malato. Meglio sarebbe stato prevedere solo la data di scadenza di validità della certificazione. - La validità di durata è variabile: 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, 6 mesi dall’avvenuta guarigione, 48 ore dall’esecuzione del test.
Premesso che il 27 dicembre 2020 è iniziata la campagna vaccinale e quindi il 27 giugno l’Italia a dispetto della penuria di vaccini dovrà garantire una nuova somministrazione a soggetti già vaccinati, con ciò di fatto si obbliga chiunque voglia muoversi liberamente a ricorrere a test che però non sono gratuiti e ciò costituisce una discriminazione nell’esercizio di libertà personali variabili a seconda del reddito di ognuno. - Le certificazioni in formato cartaceo o digitale vengano rilasciate su richiesta dell’interessato da diversi soggetti, a) se da vaccino, dalla struttura sanitaria o dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione, b) se da guarigione, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente o se questo non è stato ricoverato dai medici di medicina generale e dai pediatri, c) se da test, dalle strutture sanitarie pubbliche o da quelle private autorizzate o accreditate e dalle farmacie che svolgono i test o dai medici di medicina generale o pediatri.
Tanti soggetti, tanta burocrazia, una crescita esponenziale di possibilità di errori difficili per l’utente da emendare e che potrebbe ritrovarsi in mano una certificazione inutile all’atto pratico e magari pure indagato per falsità. - La certificazione consente libertà di circolazione per l’Italia anche tra zone arancione e rossa, mentre da e per l’estero come per l’accesso riservato a spettacoli aperti al pubblico ed eventi sportivi e fiere si prevedono disposizioni prossime.
Che senso ha una certificazione limitata alla circolazione tra regioni, peraltro sempre possibile per ragioni di salute, lavoro, necessità, rientro a casa, e che neppure prevede in astratto la possibilità di un utilizzo per andare al ristorante o in palestra o per negozi?
Piuttosto che rimediare con aggiustamenti in sede di conversione del decreto in legge, si chieda con estrema urgenza all’Europa un green pass per circolare in libertà e sicurezza da e per i Paesi dell’Unione, sempre che si voglia fare turismo estivo in Italia.
Porto San Giorgio, li 25/4/2021.
Avv. Andrea Agostini