GREEN CAOS
GREEN CAOS
Il 15/10/21 passerà alla storia come il green day, giorno in cui in Italia il diritto di poter vivere del proprio lavoro è stato condizionato al possesso di un certificato verde.
Se hai un lavoro nessuno te lo toglie, ma non puoi lavorare senza green pass.
Il lavoro è sicurezza e chi è senza pass per scelta se ne stia a casa, che il mondo, anche quello del lavoro inteso come interesse collettivo, deve andare avanti.
Ma se un ambiente di lavoro salubre è la priorità, come possono ammettersi bolle di promiscuità, tribunali, trasporti locali, supermercati dove chi rende il servizio deve essere certificato, ma non l’utenza?
Il temuto caos non si è verificato, ma cosa ci si aspettava?
Il blocco stradale e l’interruzione di pubblico servizio sono reati, quindi come poteva pensarsi che un onesto padre di famiglia, rispettoso della legge italiana, che ricordiamolo non obbliga al vaccino da covid 19, come invece accaduto con vaiolo, difterite, poliomelite, tetano, epatite B, avrebbe compiuto gesta clamorose?
Il caos c’è eccome.
Il decreto legge che ha fissato al 15 ottobre il green day è del 21 settembre, ma solo del 12 sono i DPCM su linee guida e controlli, ritardi che hanno reso difficile al mondo del lavoro organizzarsi.
Si pensi alla FAQ governativa n.12: Il green pass rilasciato in seguito all’effettuazione di un tampone deve essere valido per tutta la durata dell’orario lavorativo? No. Il green pass deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso quotidiano alla sede di servizio e può scadere durante l’orario di lavoro, senza la necessità di allontanamento del suo possessore.
Una faq che contraddice tutto l’impianto normativo del decreto legge n.127/2021.
Se la privacy impone non si sappia la ragione del rilascio del green pass, il cui controllo può intervenire anche durante il lavoro, il lavoratore con certificato comunque scaduto va sanzionato con immediato allontanamento e denuncia al Prefetto da parte del datore di lavoro, punto.
Ulteriore caos dai Ministeri dove Infrastrutture e Salute il giorno prima del green day hanno derogato all’ingresso nelle aree di carico scarico merci per i trasportatori no pass provenienti dall’estero in barba ai lavoratori che operano in Italia.
Nel frattempo i sindacati dei lavoratori scendono in piazza, non per le disfunzioni del green pass, non per i tamponi gratuiti, non contro il caro bollette o il caro carburante, ma contro il fascismo.
Ciò il giorno prima dei ballottaggi, quando chi voterà e chi riceverà il voto per riporlo nell’urna lo farà senza green pass perché il problema oggi non è la pandemia, ma il voto.
Porto San Giorgio, FM, li 17/10/2021.
Avv. Andrea Agostini